• 20 aprile 2017

Risolvere i Conflitti (seconda parte)

Consigli di lettura Formazione

Autore: William Ury 

Titolo: Risolvere i conflitti (seconda parte)

Editore: Alessio Roberti

Dell’Autore, antropologo sociale americano, proveniente dalla scuola di Harvard, abbiamo già detto, come pure del grande ruolo da lui ricoperto in numerosi contesti internazionali per portare a soluzione annosi conflitti tra Stati e all’interno di grandi aziende. Ora ci concentriamo sulla sua ricetta per risolvere i conflitti in contesti a dimensione più contenuta, come possono essere quelli che sorgono all’interno delle famiglie e delle imprese.  

L’idea centrale di Ury è che, in qualsivoglia tipo di conflitto, è importante individuare una “terza parte”.

Una specie di arbitro che aiuti i due contendenti a vedere le cose da una prospettiva più ampia. Infatti, spesso, i contrasti diventano insormontabili solo perché ognuno dei contendenti rimane chiuso nella propria ottica, mentre basterebbe spostarsi di poco per capire che non solo il conflitto può essere risolto, ma che tutti e due i contendenti possono addirittura uscirne vincitori.  

L’obiettivo della soluzione, dice Ury, non è che uno vinca e l’altro perda, perché, se così vanno le cose, prima o poi il perdente si riprenderà la rivincita, come la storia delle guerre, amaramente, insegna.

Un conflitto si può risolvere con entrambi i protagonisti vincitori.

Questa la ricetta di William Ury per risolvere i conflitti: una ricetta in dieci mosse, per uscirne tutti vincitori.

  1. Ogni conflitto nasce da un bisogno frustrato: occorre conoscerlo e provvedere a soddisfarlo.
  2. I conflitti nascono anche perché qualcuno dei protagonisti ha scarse abilità nell’ambito di cui si tratta: occorre insegnare a chi non sa.
  3. Causa di conflitto sono spesso le relazioni fragili, superficiali o inesistenti tra i due interessati: occorre costruire ponti tra le parti.
  4. Gli interessi contrastanti generano conflitto tra le due parti: occorre saper mediare, cioè trovare un punto di incontro comune.
  5. Una delle due parti ritiene che le sia stato negato un diritto: occorre arrivare ad un arbitrato.
  6. Se tra i due soggetti in gioco uno ha un potere maggiore rispetto all’altro, ciò è causa di conflitto: occorre ristabilire l’equilibrio.
  7. Tra le due parti si possono essere deteriorate le relazioni precedenti: occorre risanare.
  8. Uno dei due partner ha mancato di attenzione verso l’altro: occorre dimostrare che si sa recuperare.
  9. Uno dei due talora va oltre i limiti: occorre stabilire regole chiare.
  10. Uno dei due non si sente protetto: occorre garantire la sicurezza.

Facile a dirsi, ammette Ury, meno facile a farsi. Ma non ci sono alternative, altrimenti i conflitti divampano.

Una strada più percorribile, ma anche questa impegnativa, può essere la seguente, che Ury riprende dal pensiero del mitico saggio cinese Lao Tze (il venerabile maestro), vissuto, forse, 1600 prima di Cristo:

“Affronta ciò che è difficile quando è ancora facile; realizza i compiti più grandi con una serie di azioni piccole”.

I conflitti ci sono e ci saranno, ma ciò non deve essere motivo di pessimismo: ciò che serve assolutamente è non lasciare sedimentare le ragioni dei confitti, anche perché la Storia dimostra che mai come oggi le persone di tutto il mondo si stanno stringendo, talora anche contro voglia, in una rete sempre più fitta di relazioni.  

Perla conclusiva di William Ury: “Nell’economia globale sta diventando sempre più sensata una logica basata sul vantaggio per entrambi. Le aziende trovano più vantaggioso mettere in comune le proprie risorse per la ricerca e lo sviluppo, condividere gli impianti per la produzione e soprattutto imparare le une dalle altre. Nel mercato di oggi la capacità di competere di un’azienda dipende sempre più dalla sua capacità di cooperare”. 

Alla base della cooperazione sta la condivisione.

Idee, conoscenze, valori, dedizione, reciprocità: queste le risorse da mettere in rete, se si vuole sostituire la vecchia logica del “io vinco e tu perdi” con quella più interessante del “vinciamo assieme”. 

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Lino Sartori - Filosofo AdHoc - website - linkedin

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